Appello. C’è speranza!

 

 

Ai cittadini della provincia di Caserta

 

La condizione della provincia di Caserta precipita ormai da tempo verso una catastrofe ambientale e morale. Di fronte a questa catastrofe i partiti politici reagiscono rabbiosamente o negandola o attribuendola ad altri partiti – ai quali genericamente e illusionisticamente si oppongono – o alla presenza della camorra. Certamente la camorra ha pervaso le nostre comunità esercitando un controllo capillare su tutto ciò che è affare e lucro. Ma la camorra non è l’Antistato, essa è penetrata all’interno dello Stato stesso esercitando su di esso un potentissimo controllo. Tuttavia mi appare troppo comodo attribuire esclusivamente alla camorra – come organizzazione criminale – tutto il disastro sociale, economico e morale delle nostre terre. Esiste una camorristicità di comportamenti e di azioni che sono compiuti da una parte di politici, di amministratori, di funzionari dello Stato, di professionisti che affermano di fatto – pur senza armarsi, senza uccidere materialmente, senza gestire pizzo e attività criminali – il primato della illegalità diffusa e della politica ridotta alla gestione dei bisogni, degli appetiti e delle clientele. Il recente attentato, come in passato altri più o meno simili, subito dal dottor Marciano Schettino ex amministratore del comune di Santa Maria Capua Vetere, chiara minaccia ad uomo onesto, e il silenzio omissivo di istituzioni e politici dimostrano con chiarezza un clima nel quale coloro che si impegnano in modo disinteressato per la cosa pubblica vengono lasciati soli e resi volutamente vulnerabili. Di fronte a questo stato di cose non è più sufficiente lamentarsi. La Provincia di Caserta con le sue tante espressioni di resistenza e di impegno merita dignità civile! Occorre un impegno supplementare con il quale dimostrare di non essere complici di quei politici che sottoscrivono programmi elettorali per poi stracciarli con un’azione amministrativa esattamente opposta (il caso dei sindaci del cosiddetto centrosinistra Petteruti, Giudicianni o Farina e dell’ex presidente De Franciscis [oggi transfuga a Lourdes] e quello delle amministrazioni di destra come Aversa e Capua sono di una evidenza mortificante per tutti i cittadini ingannati) che calpesta gli impegni presi con i cittadini e che soprattutto pretende di non renderne conto a nessuno. La democrazia è oggi ridotta a liturgia elettorale mentre è un progetto faticoso di partecipazione e dialogo. Ma noi viviamo in una oligarchia verniciata da democrazia.

La criminale decisione del 2006 di riaprire la discarica de “Lo Uttaro” con la conseguente contaminazione della falda acquifera, lo scandalo delle cave ancora funzionanti al centro delle città, l’inquinamento sistemico di tutta la costa casertana, i territori aversani ridotti al degrado e alla desertificazione, la condizione diffusa della schiavitù e del lavoro nero in cui sono costretti – ancora oggi in questa provincia – decine di migliaia di lavoratori sotto pagati e senza diritti (dall’edilizia alla ristorazione, dal commercio all’agricoltura), la distruzione delle campagne di Orta di Atella, di Vitulazio e di tanti nostri paesi (dove si viveva bene) con la costruzione di migliaia di inutili case, la progettazione di altre migliaia di alloggi in aree come quella della ex saint-Gobain per appagare gli appetiti dei soliti palazzinari, la folle moltiplicazione di centri commerciali, l’assenza di un servizio di mobilità provinciale adeguato alle esigenze di pendolari e studenti, il tradimento della vocazione agricola e alimentare della nostra provincia,  l’assurdo di una sanità pubblica che non fa prevenzione, cura male, sospende i servizi, mortifica i dipendenti e spreca denaro sono tutti fatti che provano il totale fallimento della politica partitica e clientelare della Regione Campania, della Provincia di Caserta e di molti comuni. Diversi consiglieri regionali inquisiti per reati gravissimi dalla corruzione alla concussione e la presidente del consiglio regionale inviata al confino: l’era di Bassolino si chiude in modo tragico e indecoroso per la nostra regione, tutti gli impegni sono stati traditi, ma soprattutto è stata tradita la nostra provincia di Caserta. Da ciò deriva l’ordine tassativo per tutti noi di non rimanere più a lungo spettatori di questo scempio di risorse umane e ambientali.

Qui occorre una alternativa a tutti i partiti politici, alle loro clientele e alla logica aberrante del potere concepito come dominio delle coscienze e possesso di privilegi e benefici, alla politica ridotta ancora una volta come ricerca del compromesso e della cura di affari privati e familiari. Non si tratta di sostituire una classe dirigente con un’altra ma di restituire al popolo sovrano il diritto alla partecipazione diretta e responsabile.

Per tutti questi motivi vi chiedo di ritrovarci presso i locali della Chiesa Santissimo Nome di Maria il giorno 13 gennaio 2010 dalle ore 18 alle ore 20  per verificare la possibilità di dare vita ad un movimento provinciale che affronti la prossima scadenza elettorale senza lasciare la gestione delle istituzioni nelle mani di coloro che hanno contribuito alla distruzione della provincia di Caserta. Ritengo sia necessario dimostrare come un impegno politico possa essere provvisorio e totalmente disinteressato rinunciando deliberatamente a gettoni di presenza e stipendi, mentre occorre colpire con la denuncia pubblica la miriade di enti e di incarichi nei quali si annidano i capi bastone della politica e i loro asserviti portaborse (dal Consorzio ASI, alla SMA, dai parchi regionali all’ente provinciale per il turismo, fino ai consorzi smaltimento rifiuti dove i cognomi degli assunti si dice possano sovrapporsi a quelli di non pochi politici). Occorre interrompere questo sfregio alla democrazia costituito da spreco e da incompetenza. Occorre affermare la priorità dell’impegno di risorse per la cultura, i servizi sociali, i malati e per tutti coloro che sono in una condizione di difficoltà, di marginalità e di sofferenza. La politica deve innanzitutto a loro una risposta! Per troppo tempo abbiamo consentito che i partiti dissipassero denaro per l’effimero (si ricordino in proposito le folli spese per i sessant’anni della ricostituzione della Provincia di Caserta).

Sarà un incontro ispirato alla collaborazione e alla responsabilità nei confronti di un tempo difficilissimo, per restituirci il diritto all’essere cittadini liberi e autonomi. Cittadini che vogliono scegliere il proprio futuro non delegandolo nelle mani di una cosiddetta classe dirigente che ha creato in questi anni la condizione del degrado e della distruzione. L’invito è rivolto non solo ai tantissimi che operano coraggiosamente nelle associazioni diventate ultimo baluardo civile contro la rassegnazione e la prevaricazione partitica, ma anche a quei non pochi amministratori comunali che hanno operato in questi anni e operano ancora oggi con serietà, onestà e competenza avvertendo la condanna all’isolamento e al pericolo di rimanere schiacciati dal sistema partitico. Si tratta di un incontro propositivo in cui mettere insieme le migliori risorse tecniche ed umane di questa nostra provincia, a ciascuno chiedo la disponibilità – in nome dell’emergenza assoluta e guardando alla nostra catastrofe – per trovare tutti i punti di convergenza e di unione per una azione comune. Lo impone a tutti noi l’emergenza civile in cui viviamo e la responsabilità che abbiamo nei confronti dei più giovani cui occorre dare una testimonianza di autentico e disinteressato impegno civile, poiché soltanto una tale testimonianza può restituire credibilità alle istituzioni.

Anche se molti dei danni ambientali e morali appaiono forse irreversibili io mi ostino a credere che ancora ci sia possibilità di una tenue speranza.

 

Caserta, 21 dicembre 2009                                                                                    Sergio Tanzarella